
Il secchio di Duchamp
Usi e riusi della scrittura femminile in Italia dalla fine dell’Ottocento al terzo millennio
Volume 15,30€
Descrizione
Il saggio indaga l’uso e il riuso che la scrittura femminile italiana – moderna e contemporanea – attua nei confronti della tradizione culturale, entro cui essa innesta un’inedita declinazione di temi quali corpo, materno, conflitto, spazio.
Il primo passaggio temporale prescelto, quello dall’Ottocento al Novecento, coincide in Italia con la progressiva definizione della nuova identità nazionale: Enrichetta Caracciolo, Emma, Matilde Serao e le generazioni che hanno vissuto la Prima guerra mondiale rappresentano il campo d’indagine privilegiato.
L’altro snodo – questa volta “epocale” – si colloca fra Secondo e Terzo Millennio, sulla falsariga del genere letterario tipico dell’attuale società complessa, il noir, a partire dalla sua predilezione per i nonluoghi. L’analisi si sofferma allora su Campo, La Spina, Mazzucco, Stancanelli, Teodorani, Vinci, Verasani, cui si affiancano, tuttavia, anche riflessioni dedicate a D’Annunzio, Pirandello, Ungaretti, Gadda, Ammaniti e Simi.
Scarica l’indice del libro (37 kb)
Monica Cristina Storini, associata di Letteratura italiana presso la Sapienza Università di Roma, formatasi sullo studio della letteratura italiana dalle origini al XVI secolo, si occupa degli aspetti teorici connessi con la scrittura femminile, i generi letterari e le questioni didattico-formative. Ha pubblicato saggi sulla prosa anonima del Duecento e del Trecento, su Dante e Boccaccio, sui volgarizzamenti e su Agnolo Firenzuola, su Bontempelli, Calvino, Banti, Cialente, de Céspedes, Masino, sulla letteratura degli anni Novanta, sul noir e sul New Italian Epic.
.