Semicerchio LVIII-LIX (1-2/2018) – Rivista di poesia comparata

Ecopoetry - Poesia del degrado ambientale

Niccolò Scaffai (a cura di)

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Informazioni tecniche

ISBN
978-88-6995-558-7
Caratteristiche
2019 • 20x27 cm • 168 pagine • brossura
ISSN
1123-4075
Collana

Descrizione

La poesia è portatile, esposta alle intemperie, può
essere imparata a memoria, può essere incisa su un
sasso, nascosta in un bosco. È accaduto. Ha bisogno
di mezzi minimi, neanche della scrittura a rigore, è
capace di sopravvivere ovunque, come gli scorpioni,
con la stessa implacabile natura che alla fine riemergerà

(Laura Pugno, In territorio selvaggio)

 

«Nel brano in epigrafe, tratto da un suo libro recente, Laura Pugno parla della poesia come di un essere vivente; tenace al pari degli scorpioni, è dotata di una sua ‘natura’ e di un habitat ideale: il bosco, il “territorio selvaggio” che vale anche come emblema e metafora di una scrittura libera dalle regole e dalle imposizioni cui spesso devono sottostare altri generi letterari, primo fra tutti il romanzo. La resistenza della poesia non è in sé un’idea nuova: non c’è morte possibile per la poesia, diceva già Montale nel discorso per il Nobel. Originale e notevole è però nelle frasi di Pugno l’adozione di una figura ecologica per definire la poesia: forma che diventa ‘specie’, vitale anche se esposta ai rischi del degrado di un ecosistema letterario.

L’esempio di Pugno, peraltro, conferma l’importanza e soprattutto la capacità di adattamento dell’immaginario ecologico, cui sempre più spesso si ricorre per definire fenomeni e relazioni che riguardano vari campi del sapere e dell’esperienza. Possiamo dire perciò che nel mondo contemporaneo l’ecologia è una ‘struttura di senso’, cioè un insieme di idee, conoscenze, valori, rappresentazioni che non riguardano solo la cultura in senso stretto, ma la vita in comune nei suoi vari aspetti: dalle scelte politiche, alle strategie di mercato, dai provvedimenti sociali all’elaborazione dell’immaginario. L’importanza e la pervasività delle questioni ambientali contribuiscono a fare dell’ecologia il contesto di una grande narrazione collettiva.

In quest’ambito, il ruolo della letteratura è cruciale; nei secoli, infatti, la configurazione dell’idea di ambiente e la struttura della relazione tra umano e naturale si sono formate attraverso la letteratura, che ha saputo ricevere e trasmettere contenuti religiosi, filosofici e scientifici. Nella modernità il tema acquista una specifica fisionomia, destinata a precisarsi ulteriormente in età contemporanea, per l’urgenza delle stesse questioni ambientali. Ai giorni nostri, letteratura ed ecologia trovano così elementi di reciproca implicazione. Da un lato, infatti, il discorso ecologico ha adottato forme di rappresentazione tipicamente letterarie; dall’altro lato, la letteratura ha trovato nell’ecologia sia argomenti direttamente legati alle questioni ambientali del nostro tempo (il tema dei rifiuti, per esempio); sia elementi per rinnovare temi classici come quello della fine del mondo. Lo studio della letteratura in chiave ecologica ha preso piede, soprattutto negli Stati Uniti, a partire dagli anni Novanta; è in quel decennio, infatti, che si è affermato il cosiddetto Ecocriticism, oggetto negli ultimi anni di ripensamenti profondi che ne hanno messo in luce alcuni limiti. Tre in particolare: 1) la scarsa attenzione al nesso tra i temi e la struttura delle opere, con i procedimenti formali che la caratterizzano; 2) la debolezza della prospettiva storica, spesso sostituita da un’idea acronica dell’ambiente come natura incontaminata e selvaggia (wilderness); 3) la subordinazione del discorso critico e letterario alla portata etico-civile dei problemi ecologici…»

Niccolò Scaffai

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Il dossier del volume 58-59 di «Semicerchio», curato da Niccolò Scaffai, è dedicato all’Ecopoetry. Poesia del degrado ambientale. La ricerca letteraria sulla tematica ecologica, che negli ultimi anni ha sviluppato una vera e propria ecocritica, tocca aspetti molteplici del rapporto fra società e natura, ma i contributi ospitati nella rivista si concentrano su un aspetto specifico e meno consueto: la natura minacciata, la rappresentazione del rischio ambientale in poesia. Ecopoetry approfondisce la relazione tra poesia ed ecologia privilegiando in particolare il nesso tra tema e strutture nella prospettiva storica e lo sguardo a un paesaggio degradato e perciò distante dalle convenzioni liriche.

I saggi qui riuniti disegnano infatti un arco temporale molto ampio, dal medioevo latino fino alla contemporaneità più recente. Altrettanto esteso è il panorama geografico-linguistico: accanto a studi dedicati ad autori italiani novecenteschi e contemporanei come Pasolini, Caproni o Zanzotto, il numero ospita saggi sulla poesia a tema ambientale in Francia, Nord America, Irlanda del Nord, Messico, area del Pacifico.

Completano il numero saggi su Montale traduttore, su Alceo in Volponi, traduzioni da Césariny, Cendrars e poesia maori, oltre alla consueta sezione di recensioni di poesia e saggistica italiana e internazionale.

 

Scarica l’indice del fascicolo (70 kb)

 

 

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