Semicerchio LXV (2-2021) – Rivista di poesia comparata
Il lume e la ruggine. Poesia sulla società comunista
22,00€ – 46,00€
Informazioni tecniche
Descrizione
«Fra i diversi anniversari illustri celebrati nel 2021, come quelli di Dante e Dostojevskij, ha avuto una sua risonanza in Italia anche quello della fondazione del Partito Comunista Italiano, staccatosi dal Partito Socialista nel gennaio 1921.
Questa ricorrenza ha dato occasione a giornalisti, saggisti e appassionati di ripercorrere in libri, articoli, film e documentari le stagioni della Rivoluzione d’Ottobre e dei suoi riflessi in tutto il mondo.
Nessuna attenzione ha ricevuto invece la fioritura letteraria, e specificamente poetica, che le speranze, i sogni, le febbrili attività e le sofferenze anche propagandistiche suscitate da quel cambiamento epocale hanno prodotto per decenni in Russia e in tutti i territori in cui quella posizione ideologica, degenerata presto in brutali manifestazioni di coercizione, dittatura e repressione (che questa ricerca storico-letteraria non intende ovviamente giustificare), ha mosso gli spiriti e mobilitato energie sia sul piano politico che, di conserva, in quello culturale, spesso dando luogo a fenomeni di egemonia durati ben più al lungo dei rispettivi successi o insuccessi istituzionali.
Certo ancora oggi esistono sistemi politici che si rifanno almeno teoricamente agli ideali del comunismo, dalla Repubblica Popolare Cinese alla Repubblica Socialista di Cuba e autori che professano una fede comunista indipendentemente da riferimenti istituzionali, ma siamo convinti che abbia ormai senso ricostruire nelle sue linee storiche generali il ruolo che gli ideali del comunismo, come le loro deviazioni, asprezze e rigidità, hanno svolto nella creazione letteraria: in particolare, nella poesia non solo dei paesi direttamente coinvolti nel grande esperimento socio-politico-economico e culturale del socialismo reale, ma anche nel resto del mondo.
Ecco dunque che il socialismo e il comunismo come ideali, prima che come ideologie, possono essere affrontati nell’ambito della variegata tradizione letteraria ottocentesca: sia nelle letterature di quei paesi, come in primis la Russia, che saranno poi teatro del tentativo di edificare il comunismo nella pratica, sia nelle letterature di quelle nazioni, quali la Francia e la Germania, ma anche l’Italia, che nel XIX secolo videro l’affermarsi di ideologie rivoluzionarie, certamente ispirate alle tendenze più radicali della rivoluzione francese, che poi si incarnarono nel giacobinismo, nel populismo rivoluzionario russo, nella Internazionale socialista, nella Commune parigina.
Uno dei fondamenti dell’ideologia comunista, come è noto, è proprio l’internazionalismo proletario, cioè l’idea che la rivoluzione socialista non si possa realizzare se non estendendola su scala mondiale a tutti i paesi.
E dunque, quando all’indomani della rivoluzione d’Ottobre si andò costituendo una nuova cultura fondata sugli ideali del comunismo, l’arte e la letteratura in primo luogo furono considerate uno strumento insostituibile per la propaganda e la diffusione del comunismo e delle sue conquiste nella nuova repubblica dei Soviet, tanto più nella concezione troskista della rivoluzione permanente…»
Stefano Garzonio e Francesco Stella
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