
Ricerche Storiche 2-2023
Rivista quadrimestrale - anno LIII - maggio/agosto 2023
23,00€ – 75,00€
Informazioni tecniche
Descrizione
«A partire soprattutto dagli anni Settanta del XX secolo, gli studi sul conflitto e sulla violenza in epoca medievale si sono moltiplicati, aprendosi al contributo di un sempre maggior numero di approcci ermeneutici.
Le indagini compiute hanno portato a non intendere più il conflitto come una rottura dell’ordine giuridico o uno specchio dell’anarchia politica, bensì come una forma di rapporto sociale che rimodula i legami, il consenso e le gerarchie esistenti in uno specifico contesto.
La violenza, ovvero l’agire su qualcuno o il far agire qualcuno contro la sua volontà utilizzando la forza o l’intimidazione, lungi dall’essere una risposta psicologica irrazionale, si configura come una risorsa strategica a disposizione delle parti in conflitto.
In buona sostanza è lo strumento che consente di richiamare l’attenzione sullo scontro, fornire all’avversario una dimostrazione della propria forza, indebolire la solidarietà dei suoi sostenitori e finanche isolarlo, in una catena di processi che può risultare frustrata dai nessi sociali preesistenti tra i molti attori coinvolti.
Nel novero della competizione politica altomedievale, la violenza si concreta in una serie di azioni energiche – quali l’imprigionamento, l’esilio, la morte o, ancora, l’accaparramento di beni e il controllo delle posizioni di potere – volte principalmente ad acquisire un vantaggio.
Molti di questi episodi sono promossi dall’aristocrazia laica e investono il mondo religioso, che di fronte alla violenza subita ricorre al principale strumento culturale di cui dispone, la scrittura, per registrare, giudicare e condannare l’operato dei suoi detrattori…»
Antonio Tagliente
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