Omissione di atti d’ufficio nel settore sanitario

Attraverso l’analisi di casi pratici affrontati dalla Suprema Corte di Cassazione

Anna Ferrari

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Informazioni tecniche

ISBN
978-88-3379-039-8
Caratteristiche
2018 • 17x24 cm • 160 pagine • brossura
ISSN
2532-9618
Numero collana
6

Descrizione

Il delitto di omissione e rifiuto di atti d’ufficio, enunciato dall’art. 328 c.p., viene novellato con la L. 26 aprile 1990, n. 86 recante «Modifiche in tema di delitti dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione» che ne offre la vigente formulazione normativa: l’opera è l’occasione per fare il punto sulle due distinte fattispecie delittuose delineate dalla norma a quasi trent’anni dalla riforma.

In questa cornice, il testo offre un rigoroso inquadramento della casistica giurisprudenziale di legittimità nel settore sanitario, ambito nel quale la nutrita pratica ha fatto emergere, tra l’altro, questioni interpretative sui limiti fra responsabilità penale e disciplinare.

L’esegesi delle pronunce della Suprema Corte di Cassazione è condotta in ragione del soggetto agente: fra questi, la guardia medica, il farmacista, il medico reperibile, l’obiettore di coscienza.

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Anna Ferrari, nata a Mantova, alunna del Collegio Ghislieri, laurea in giurisprudenza cum laude all’Università degli Studi di Pavia, entra giovanissima in magistratura. Dottore di ricerca in diritto penale, pubblico ministero, giudice penale, di sorveglianza e del tribunale dei ministri a Milano, si occupa di contraffazione sanitaria, criminalità finanziaria, reati contro la PA. Consegue il Diplôme d’études en langue française, utilizzatore indipendente, del Ministero francese dell’educazione. Attualmente è componente eletto al Consiglio di Cooperazione Penalogica del Consiglio d’Europa di Strasburgo.

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