La musica della poesia (1700-2000)
Il suono e il senso nella lirica europea
Testi di: : Federico Bellini, Luca Bevilacqua, Rocco Coronato, Elena Fumi, Michela Garda, Maurizio Giani, Mario Girolamo Mossa, Valerio Nardoni, Savina Stevanato, Luca Zoppelli
12,90€ – 26,60€
Informazioni tecniche
LIBRO: 979-12-5486-444-9
EBOOK: 979-12-5486-445-6
Descrizione
«0. “La poesia”, scrive Marjorie Perloff, “implica intrinsecamente la strutturazione del suono”; eppure “nessun altro aspetto poetico è attualmente così trascurato”.
Concentrandosi in primo luogo “su ciò che una data poesia o un ciclo di poesie apparentemente “dice”“, il discorso critico odierno “considera la struttura sonora […] come una questione poco più che periferica, marginale”.
Dal canto suo, Jonathan Culler fa notare che “se il ritmo è fondamentale per il fascino della lirica, è ampiamente trascurato dalla critica”.
Osservazioni di questo tipo si incontrano spesso nella letteratura recente, non solo in ambito anglosassone: segno che il problema esiste, ma anche che nella comunità degli studiosi è forte il desiderio di porvi rimedio.
E i due convegni malatestiani dedicati allo studio dei rapporti fra “suono” e “senso” nella lirica europea, alla “musica della poesia” e al “valore delle fonie nella composizione del testo poetico”, sono un sintomo della volontà di invertire la tendenza.
Il primo di essi apportava multiple testimonianze della ritrovata consapevolezza di quanto la destinazione musicale, empirica o anche solo virtuale, della poesia del medioevo e della prima età moderna sia decisiva nel determinare le strategie strutturali ed espressive dei testi.
Dal secondo deriva il volume che il lettore ha ora fra le mani: doppio tentativo, credo proficuo, di porre rimedio alla lacuna critica.
Bisogna però riconoscere che le tradizionali reticenze nei confronti dell’analisi della dimensione sonora della poesia non erano del tutto incomprensibili, se solo si pensa alle molte ambiguità terminologiche e alle incertezze di metodo che ne hanno ostruito il campo.
Il compito, graditissimo, di introdurre gli studi di questa silloge mi permetterà qualche riflessione, dalla prospettiva di una disciplina laterale, su metodi e presupposti dell’analisi: senza alcuna pretesa, ovviamente, di scioglierne i nodi (me ne mancano, prima ancora dello spazio, le competenze)…»
Luca Zoppelli
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