L’inverosimile realistico e le coincidenze impossibili
Quando il racconto diventa immotivato, incoerente, improbabile
Testi di: Marco Caratozzolo, Francesco de Cristofaro, Jacques-David Ebguy, Stefano Ercolino, Daniele Giglioli, Alessandro Grilli, Camilla Miglio, Attilio Scuderi, Sara Sullam, Piero Toffano
10,90€ – 24,70€
Informazioni tecniche
LIBRO: 979-12-5486-055-7
EBOOK: 979-12-5486-056-4
Descrizione
«Gli studi raccolti in questo volume sono il frutto del XXXII Colloquio Malatestiano di Letteratura, dal titolo “L’inverosimile realistico e le coincidenze impossibili. Quando il racconto diventa immotivato, incoerente, improbabile” (Santarcangelo di Romagna, 28-29 maggio 2021).
Pur riconoscendo il ruolo cruciale dell’inverosimile per lo statuto del meraviglioso, gli organizzatori hanno orientato le riflessioni dei partecipanti verso le forzature della verosimiglianza che caratterizzano i testi in cui “la sfida mimetica è il principale obiettivo di chi racconta”.
Alla base di questa proposta c’è un assunto di cui sono anch’io profondamente convinto: lo studio dell’inverosimile realistico “verte sui nodi essenziali che consentono di definire romanzesco un testo e può fornire delle risposte anche a questioni fondative che riguardano la natura stessa delle finzioni”.
La natura paradossale del concetto traspare nella tensione ossimorica tra “inverosimile” e “realistico”: “Il romanziere realista si trova […] sempre tra questi due poli: il verosimile che si richiama all’esperienza del lettore e al suo orizzonte d’attesa e il romanzesco che per appassionarlo deve eccederlo”. Come è possibile che nella narrativa realistica abbiano tanto spazio due forze così polarizzate? E soprattutto, in cosa consiste lo specifico dei due estremi?
Molte delle difficoltà teoriche sollevate dalla categoria dell’inverosimile letterario derivano dalle oscillazioni semantiche dei concetti coinvolti: l’italiano “verosimile”, e i suoi equivalenti nelle lingue neolatine, corrispondono al greco eikòs, la cui radice rimanda invece all’ambito dell’immagine e della rappresentazione, come nell’inglese likely, “probabile”. Nonostante l’uso quasi sinonimico, però, “probabile” e “verosimile” hanno significati ben diversi, e sono dunque diversi anche i loro opposti: improbabile si riferisce agli eventi percepiti come rari in base a un parametro di quantità (il disastro aereo, la vincita alla lotteria); l’inverosimile riguarda invece la corrispondenza tra una rappresentazione e il suo referente – o meglio: tra la rappresentazione letteraria e quelle rappresentazioni della realtà che sono i codici della cultura.
Il “vero” rispetto al quale si misura la congruenza del verosimile coincide infatti con la doxa di un determinato contesto culturale, e si risolve pertanto nella conformità della finzione alle rappresentazioni tipiche incluse in un’enciclopedia condivisa. Questo significa che nel misurare la distanza tra l’inverosimile e la “realtà” verifichiamo non la precisione con cui una copia restituisce un originale collocato su un diverso piano ontologico, ma la corrispondenza tra rappresentazioni di diversi ordini: realistica è l’imitazione che riproduce non i dati empirici ma la tipicità inscritta in un ordine culturale…»
Alessandro Grilli
L’OPERA È DISPONIBILE IN EDIZIONE SIA CARTACEA, SIA EBOOK
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