Le attività pericolose nel settore bio-medico

Spunti per una rilettura dell’art. 2050 c.c.

Francesca Di Lella

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Informazioni tecniche

ISBN
978-88-3379-195-1
Caratteristiche
2020 • 17x24 cm • 176 pagine • brossura
ISSN
2532-9162
Numero collana
6

Descrizione

La «soluzione intermedia» pensata dal legislatore del 1942 nell’introdurre l’art. 2050 c.c. si è rivelata nel tempo duttile e capace di contemperare le esigenze di una società complessa e in veloce trasformazione con quella di protezione dei soggetti esposti all’esercizio di attività pericolose, ma spesso indispensabili alla comunità.

Il vasto campo delle scienze della vita, soprattutto in quei segmenti nei quali assai stretto è il connubio tra medicina e tecnologia, è divenuto terreno di sperimentazione e di costruzione di un sistema della responsabilità civile composito, nel quale possono convergere e operare molteplici regole, al fine di assicurare piena tutela a un valore primario dell’ordinamento quale il diritto alla salute.

È in questo punto di intersezione che la norma di cui all’art. 2050 c.c. è riuscita a ritagliarsi un proprio spazio, con riguardo alle attività sanitarie maggiormente caratterizzate dalla procedimentalizzazione e dall’utilizzo di mezzi o materiali pericolosi. Più recentemente, biotecnologie della salute e procreazione medicalmente assistita sembrano dischiudere altre possibilità applicative alla norma.

Il lavoro ripercorre la genesi dell’art. 2050 c.c. e delinea gli elementi strutturali e i profili funzionali della norma, emersi dalle ricostruzioni della dottrina e della giurisprudenza, per poi indagarne le linee evolutive e prospettarne l’applicabilità a nuove ipotesi di eventi dannosi.

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Francesca Di Lella è ricercatrice confermata di Diritto privato presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. È titolare dell’insegnamento di Biodiritto nel corso di laurea magistrale in Giurisprudenza e nei corsi di laurea triennale e magistrale in Biotecnologie industriali dell’Ateneo federiciano. Ha svolto moduli di insegnamento di Diritto civile in Scuole di specializzazione per le Professioni legali e in Master post-universitari, di primo e di secondo livello. È stata relatrice in numerosi convegni nazionali e internazionali. È autrice di saggi, articoli e note a sentenza aventi ad oggetto prevalentemente i diritti della persona e i profili evolutivi della categoria – in relazione all’impatto con i progressi della scienza e con lo sviluppo delle tecnologie in campo bio-medico –, il diritto di famiglia e dei minori, le tecniche di tutela dei soggetti deboli, e tematiche afferenti alla responsabilità civile.

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